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Sono oltre 3.000 i nidi di rondine monitorati durante la primavera-estate 2025, che hanno fornito preziose informazioni su circa 700 coppie nidificanti distribuite nelle aree agricole di Canton Ticino, Lombardia e Piemonte, oltre che lungo le sponde del Lago Maggiore. Attività di questo tipo sono fondamentali per la tutela degli uccelli, e la loro importanza è stata sottolineata durante la giornata di studio annuale dedicata all’avifauna della Svizzera italiana, che ha visto la partecipazione di circa ottanta ornitologi.

L’evento, organizzato da FICEDULA, associazione per lo studio e la conservazione degli uccelli della Svizzera italiana, ha posto l’attenzione su specie quali il re di quaglie, il rondone, la passera d’Italia, la civetta e diverse specie di gabbiani. Gli esperti hanno inoltre approfondito il tema della migrazione, illustrando le attività svolte da due ticinesi in Africa e le relative sfide di conservazione. È emerso un messaggio chiaro: proteggere l’avifauna richiede una prospettiva globale e una collaborazione capace di superare i confini nazionali.

Gli uccelli, infatti, non conoscono confini e si spostano liberamente tra i continenti. Su questo stesso principio si fonda l’Iniziativa Ticino, un programma che promuove interventi coordinati a livello transnazionale, attualmente promosso attraverso l’Interreg Italia Svizzera ECO4TICINO, di cui Istituto Oikos è capofila, che è stato presentato da Fondazione Bolle di Magadino e FICEDULA, durante l’evento. Il progetto si articola in cinque obiettivi principali per la riqualificazione del corridoio ecologico del fiume Ticino, dalla sorgente fino al Po, attraverso la creazione e il rafforzamento di una governance transnazionale, l’incentivo a servizi ecosistemici e attività umane che si sostengano reciprocamente, il rinforzo della connessione ecologica tra Alpi e Appennini, il ripristino di popolazioni riproduttive di specie localmente estinte e il miglioramento dello stato di conservazione di quelle minacciate, la promozione della resilienza ai cambiamenti climatici.

La giornata di studio ha confermato un principio ormai imprescindibile: la tutela dell’avifauna e degli ecosistemi richiede una visione d’insieme e un impegno condiviso. Lungo il corridoio del Ticino, questo significa rafforzare la collaborazione tra regioni, istituzioni scientifiche e comunità locali, così da tradurre la ricerca in interventi concreti e coordinati. Iniziativa Ticino si inserisce proprio in questa prospettiva, mostrando come la cooperazione transfrontaliera possa diventare un motore di cambiamento reale. Solo unendo competenze, dati e volontà collettiva sarà possibile garantire un futuro più resiliente alla biodiversità e ai territori che la ospitano.

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Ultimo aggiornamento: 10-12-2025, 14:30