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Il discorso del Vicepresidente Giacomo Iametti:

Ringrazio per l’invito il Comune di Varese, nella persona del Sindaco, Avvocato Davide Galimberti, Sua Eccellenza il Prefetto, Dottor Salvatore Pasquariello, la sezione varesina dell'ANPI e tutte le realtà cittadine che hanno contribuito all’organizzazione dell’80° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE.
Saluto le autorità, le associazioni, i cittadini, in particolare i giovani, insieme a tutti coloro che hanno voluto onorare con la loro presenza questa Commemorazione. 
Per l’ottantesimo anniversario della ricorrenza del 25 Aprile, Festa della Liberazione, mi sia consentito un accorato appello all’unità e alla responsabilità di tutte e tutti. Questo giorno sia, ancora oggi, un’occasione di riflessione e raccoglimento, utile ad alimentare una nuova coscienza civile, che trovi il proprio seme nelle istituzioni repubblicane, nate dalla sete di libertà di chi ci ha preceduto.

Tra i tanti protagonisti che hanno contribuito a fare dell’Italia una democrazia compiuta, mi permetto oggi di ricordarne uno su tutti: il Presidente della Repubblica Luigi Einaudi. Professore universitario, nativo di Carrù, riuscì a non essere catturato dai Nazisti dopo l’8 settembre 1943. Lui, senatore del Regno, fu uno dei pochi a votare contro le leggi razziali e, non allineato al Partito Fascista, dovette – all’età di 70 anni – valicare a piedi le Alpi per trovare rifugio in Svizzera.

Oggi, rileggendo le sue Prediche inutili e i suoi discorsi istituzionali, desidero proporvi uno stralcio del suo discorso d’insediamento al Parlamento italiano, pronunciato nel 1948, a soli tre anni da quel 25 aprile 1945, che sono certo possiate trovare più che mai attuale che rimarca la centralità delle Costituzione Italiana e dello spirito che deve animare la nostra Carta fondamentale e le istituzioni:
«Essa afferma due principi solenni: conservare della struttura sociale presente tutto ciò e soltanto ciò che è garanzia della libertà della persona umana contro l’onnipotenza dello Stato e la prepotenza privata; e garantire a tutti, qualunque siano i casi fortuiti della nascita, la maggiore uguaglianza possibile nei punti di partenza».
«Venti anni di governo dittatoriale avevano procacciato alla Patria discordia civile, guerra esterna e distruzioni materiali e morali siffatte che ogni speranza di redenzione pareva ad un punto vana. Invece, dopo aver salvata, pur nelle diversità regionali e locali e pur dolorosamente mutilata, la indistruttibile unità nazionale dalle Alpi alla Sicilia, stiamo ora tenacemente ricostruendo le distrutte fortune materiali e per ben due volte abbiamo dato al mondo una prova ammiranda della nostra volontà di ritorno alle libere democratiche competizioni politiche e della nostra capacità a cooperare, uguali tra uguali, nei consessi nei quali si vuole ricostruire quell’Europa donde è venuta al mondo tanta luce di pensiero e di umanità».
Concludo rinnovando, anche a nome della Provincia, il nostro impegno quotidiano affinché i valori della Costituzione e della libertà possano continuare a vivere nelle scelte delle istituzioni e nei gesti delle persone.

Viva la Liberazione, viva la libertà, viva la Repubblica! 

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Ufficio Stampa della Provincia di Varese

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Ultimo aggiornamento: 09-05-2025, 12:03