Descrizione
Voltorre è un piccolo centro, frazione del Comune di Gavirate, da cui dista poco più di un chilometro. E' adagiato ai piedi del parco del Campo dei Fiori e toccato dalla strada litoranea nord lacuale del lago di Varese.
Qui, nascosto tra case coloniche e piante, sorge il Chiostro, dedicato a San Michele, riconosciuto monumento nazionale nel 1911: si tratta di un complesso edilizio formato da un chiostro, dalla torre, dalla chiesa e da alcuni locali che nel lato sud si ripetono al primo piano.
La chiesa risale alla prima metà del XII secolo mentre il Chiostro venne costruito, secondo le fonti storiche più probanti, verso la fine del 1100 nel periodo di maggior diffusione in Italia dei monasteri cluniacensi legati gerarchicamente in abbazie. La comunità era composta da monaci e conversi che rimasero a Voltorre pregando, coltivando la terra, ospitando pellegrini, e, forse, trascrivendo e miniando codici fino all'anno 1519 quando Papa Leone X, previo accordo con l'ultimo priore Alessandro Sforza, incorporava ed univa il monastero di Voltorre ai canonici lateranensi di Santa Maria della Passione di Milano, i quali abbandonarono definitivamente il nostro Chiostro nel 1798 in seguito ai decreti napoleonici di requisizione dei beni degli ordini religiosi.
L'architettura informatrice del Chiostro è senza dubbio quella romanica lombarda.
Il modo in cui la sua struttura si innesta sulle murature della chiesa e della torre fa capire come sia stato costruito successivamente, inglobando gli edifici preesistenti. Le differenze stilistiche tra i vari lati del Chiostro permettono di ipotizzare una successione nelle fasi costruttive, che sarebbero iniziate dal lato occidentale, accanto alla Chiesa, proseguendo con quelli meridionale e orientale, per concludersi con il braccio nord, unito alla torre, che denota, infatti, caratteristiche architettoniche più aggiornate (uso del cotto per gli archi a tutto sesto con tripla ghiera e motivo degli archetti pensili intrecciati). Rispetto alla Chiesa la collocazione del Chiostro è decisamente anomala: non si trova infatti, come di consueto, sul suo fianco meridionale, ma è collocato dietro ad essa.
L'ambulacro, o meglio il porticato, è coperto con travicelli di legno a sezione rettangolare contornato da un colonnato a forma di quadrilatero irregolare. Le colonnine sono molto snelle (ad eccezione di quelle del lato ovest, presumibilmente più antico), in parte cilindriche ed in parte ottagonali di differente altezza in quanto ogni capitello ha diversa struttura rispetto a tutti gli altri, ed è proprio in questa varietà che sta la bellezza artistica del chiostro.
I capitelli recano di norma motivi geometrici o vegetali fortemente stilizzati, mentre un gruppo più fantasioso porta, su una base a foglie arricciate di lontana ascendenza corinzia, protomi umane o animali, sirene ed esseri fantastici. Su uno dei capitelli del lato orientale è presente un iscrizione che recita: «LANFRANC MAGISTER FILI DOOERGATII DE LIVURNO», da leggere: Magister Lanfranco figlio di Domenicaccio da Livurno. Il termine "magister" designa in quest'epoca un artefice che può essere sia architetto che scultore, è possibile pertanto ipotizzare che Lanfranco sia stato non soltanto l'esecutore dei capitelli, ma anche il progettista del complesso.
Dietro l'abside semicircolare (sul quale è visibile una sinopia) della chiesa (ad una sola navata e costruita probabilmente tra XI e XII secolo) si erge la torre. Si tratta di un torrazzo altomedioevale di ossatura massiccia e severa, tutta in pietra e rinforzata agli angoli da conci più grossi e squadrati. A circa metà dell'altezza su due lati ci sono finestrelle ad arco di pietra oblunghe a guisa di feritoie. La muratura finisce con quattro pilastri che sopportano il tetto lasciando libero lo spazio interno per l'alvo campanario.
La campana della torre che chiamava alle funzioni religiose oltre ai monaci gli abitanti della frazione e per alcuni periodi anche gli oltronesi, è da supporre venisse suonata "a martello" per chiamare a raccolta i contadini dei cascinali circostanti, per decidere l'equa distribuzione dei boschi e dei pascoli o per la partecipazione alle lotte pro o contro il Barbarossa.
La campana venne fusa nel periodo delle contese fra Comuni ed Impero.
Abbandonato dagli ordini religiosi alla fine del '700, il Chiostro è gravemente danneggiato nel 1913 da un incendio, che causa il crollo di una parte consistente del monastero.
Le vicende della rinascita del Chiostro sono legate ai restauri realizzati dall'Assessorato ai Beni Artistici e Architettonici della Provincia di Varese.
Per quanto concerne l'esterno i lavori di restauro hanno previsto la ricostruzione dell'Hortus Conclusus, la creazione di parcheggi lontano dal monumento, la piantumazione del viale d'accesso, il recupero dell'ala ovest e nord e la ricostruzione della parte demolita dall'incendio per ridare continuità alla galleria del primo piano, il rifacimento totale delle coperture e la sistemazione di tutte le aggiunte esterne moderne che offuscano la reale visione primigenia del monumento.
Il restauro del monumento, oltre a recuperare tutti i beni artistici di proprietà e nell'ottica di una destinazione d'uso adeguata ai tempi e allo spirito di un monastero benedettino - luogo di cultura, riflessione e arte - ha permesso il riutilizzo di tutta la struttura come spazio destinato ad attività artistiche e culturali.
Indirizzo
Ultimo aggiornamento: 07-02-2025, 12:07